Richard Muller. Rivali |
" E fue necessaria cosa che l'uomo"Il marrone è il colore della terra, che si collega indissolubilmente alle polivalenti e ricche manifestazioni della Madre terra. Per comprenderne appieno il significato della terra è utile distinguere l’aspetto cosmico da quello più propriamente elementare tellurico (M. Elide, 1976).
soprastesse al coltivamento della terra,
imperò che la terra è madre di tutte le cose "
( Jacopo da Cessole, Libro de' costumi, XIV sec )
In quanto soggetto cosmico, in numerose mitologie la terra è l’originaria sposa del cielo, dalle cui nozze sacre (hieròs gàmos) nasce tutto il creato: nella cosmogonia Inca, ad esempio, il mondo ha inizio dall’unione tra Pachamama, Madre Terra e il dio del cielo Pachacamac, così come nello Yi ching, la terra viene rappresentata dall’esagramma k’un, il ricettivo, quale perfezione passiva che riceve l’azione del principio attivo ch’ien. Come in queste, così in molte altre narrazione, la terra è il soggetto femminile e passivo dell’accoppiamento poiché nella sua accezione di elemento cosmico, essa è madre nel senso che è ricettacolo di esistenze, luogo in cui le esistenze stesse vengono collocate: non genera la vita, ma la riceve. Con l’avvento dell’agricoltura, invece, oltre al suo significato cosmico, la terra acquisisce anche quello più propriamente tellurico: non più unicamente ricettacolo di esistenze, ma diventa essa stessa elemento fecondo che produce e fa crescere esistenze dentro di sé:
" L'esperienza fondamentale che riconosce nella madre la semplice rappresentante della Grande Madre tellurica ha dato origine a usanze innumerevoli. Ricordiamo, per esempio, il parto per terra (la "humi positio"), un rituale che si incontra spesso, dall'Australia alla Cina, dall'Africa all'America del Sud. Presso i Greci e i Romani l'usanza era scomparsa in età storica, ma non vi è dubbio che fosse esistita in un passato più lontano: certe statue di dee della nascita (Eileithyia, Damia, Auxeia) vengono rappresentate in ginocchio, nella posizione esatta della donna che partorisce direttamente sulla terra [..] Il senso religioso di questa usanza è intuitivo: il parto è la versione microcosmica di un atto esemplare compiuto dalla terra, e ogni madre umana non fa che imitare e ripetere l'atto primordiale della comparsa della vita nel grembo della terra: di conseguenza, ogni madre deve trovarsi in contatto diretto con la Grande Genitrice, per lasciarsi guidare da lei nel compimento di quel mistero che è la nascita di una vita, per riceverne le energie benefiche e trovarvi la protezione materna. Ancor più diffusa è l'usanza di deporre il neonato per terra. In Abruzzo è ancora praticata l'usanza di posare per terra il neonato appena lavato e fasciato. " (M. Eliade, 1977)
I significati positivi presenti nel colore si collegano, dunque, in gran parte alla Madre Terra accogliente e ricettiva, e a tutte le connesse sfaccettature di fecondità, crescita, maturazione sino ad arrivare a vissuti di conforto e consolazione. Ragione per cui, la terra non è solo il grembo germinativo dell’esistenza, ma è anche il grembo cui ogni esistenza fa ritorno, poiché dalla Madre Terra la vita nasce e in essa muore, come evidenzia questo rituale funerario induista:
“ Ricevilo, Terra, accoglilo.
Coprilo con un lembo della tua veste
come una madre che protegge il figlio ”
(Rig veda, Grhyasutra, 4, 1)
oppure in culture più vicine alla nostra:
“ Prostrandosi al suolo, Giobbe esclama:
Nudo uscii dal ventre di mia madre e nudo là tornerò”
(Giobbe, 1:1-22)
Kitagawa Utamaro, Cortigiana in deshabillè, 1790 |
Il Guercino (1591-1666), San Francesco riceve le stigmate, Cesena |
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